Pressing sulla Bce. I governi europei si sono uniti e schierati contro i continui rialzi dei tassi d’interesse dettati da Francoforte. Dopo nove rincari complessivi, nell’arco degli ultimi dodici mesi circa (da luglio 2022 a luglio 2023), i Paesi dell’Eurozona hanno alzato un fronte comune e compatto nella speranza di ottenere una tregua. Sebbene si tratti di una manovra straordinaria (questa della Bce di alzare i tassi quasi ogni mese), le economie continentali iniziano ad accusare il colpo e a muoversi di conseguenza.
L’Europa chiede una pausa
Da Italia a Spagna, passando per Francia e Germania, il messaggio è chiaro: serve allentare la presa, dare una pausa, far tirare il fiato. E serve farlo subito, o meglio il 13 e il 14 settembre, in occasione del prossimo appuntamento fissato a Francoforte. Sarà questo il banco di prova. L’Europa confida che la Bce interrompa la staffetta dei rialzi. Le speranze questa volta ci sono. A lasciarle intravedere la stessa Christine Lagarde. La presidente della Bce il 27 luglio, mentre annunciava un quarto di punto percentuale di rialzo, si mostrava possibilista sull’ipotesi di saltare il balzello di settembre. Tuttavia, il numero uno della Bundesbank, nonché membro del board della Bce Joachim Nagel, pochi giorni fa, ha tirato il freno a mano sull’ipotesi di allentare la stretta monetaria, rinviando le decisioni sui tassi a settembre.
Tutto dipende dall’inflazione
Decisivi in un senso o nell’altro saranno i dati sull'inflazione e sulla crescita. L’obiettivo era e resta riportare l’inflazione al 2%, tenendo conto contemporaneamente del livello dei tassi di oggi e del percorso di ripresa che - si spera - aspetta all’orizzonte. Non solo. A fare la differenza sarà anche quanto avverrà Oltreoceano: si teme un nuovo intervento della Fed per limitare «i significativi rischi di inflazione».
I dati nudi e crudi
In attesa della data X, tutti i governi europei tengono d’occhio mercati e andamenti economici. Secondo gli ultimi dati, i prezzi sembrano essere in leggero calo: si stima che il tasso di inflazione nella Zona Euro sia arrivato al 5,3% a luglio, scendendo dello 0,2% rispetto al 5,5% di giugno, ma resta lontano dall’obiettivo del 2% fissato da Francoforte. In parallelo, la crescita registra una lieve frenata: in Italia il Pil è diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre, dopo il 0,6% nei primi tre mesi.
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