Da Francoforte arriva un nuovo taglio dei tassi.
Come da attese, il Consiglio direttivo, riunitosi ieri 12 settembre, ha dato all’unanimità il via libera alla sforbiciata, stabilendo una riduzione di 25 punti base dei tassi di interessi. Quello sui depositi passa così da 3,75% a 3,50%, quello sui rifinanziamenti principali, per l'aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo, scende al 3,65% dal 4,25% e per lo stesso motivo il tasso sui prestiti marginali cala a 3,90% dal 4,50%.
Buone notizie, insomma, ma da prendere sempre con cautela e prudenza. Perché la Bce non canta vittoria e non promette niente. Come ormai noto, intende procedere un passo alla volta sul «sentiero accidentato» - così Lagarde lo aveva definito prima dell’estate - monitorando l’inflazione e muovendosi di conseguenza. Inflazione che al momento scende al 2,5% in media nell’Eurozona, mentre il mercato del lavoro resta nel complesso solido.
Su questo fronte, la Bce prevede che l'inflazione «dovrebbe tornare ad aumentare nell'ultima parte di quest’anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dei prezzi dell’energia non incideranno più sui tassi calcolati sui dodici mesi» e poi «diminuire fino ad avvicinarsi al nostro obiettivo (2% n.d. r.) nella seconda metà del prossimo anno».
Prossima tappa? Le stime di esperti e analisti prevedono una pausa dei tagli a ottobre, quando i banchieri centrali si riuniranno a Lubiana presso la Banka Slovenije. Per poi arrivare a dicembre, salvo sorprese, con il terzo taglio del 2024.
Effetto taglio dei tassi: interessi in discesa e tempismo indispensabile
La Bce taglia i tassi di 25 punti