La prudenza non è mai troppa, specie quando si parla di Bce e taglio dei tassi d’interesse. È questo quel che è emerso, ancora una volta, dalla riunione del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. Tenutasi ieri 18 luglio a Francoforte, ha mantenuto tutto fermo, come in fondo annunciavano le previsioni degli analisti nelle ultime settimane.
Dopo il taglio di 25 punti percentuali stabilito nell’euromeeting del 6 giugno, adesso la politica monetaria prosegue stabile, mantenendo inalterati i valori dei tassi. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta quindi a 4,25%, quello sui depositi al 3,75% e quello sui prestiti marginali al 4,50%.
Il motivo principale? Semplice: l’inflazione non è tornata a calare. L’indice complessivo ha frenato a giugno al 2,5%, dal 2,6% di maggio, ma a marzo e ad aprile era al 2,4%. Non c’è un nuovo trend discendente, sembra quasi che si stia consolidando – ma è presto per dirlo – un livello della dinamica dei prezzi più alto dell’obiettivo.
Prima di intervenire con il secondo taglio, bisogna quindi aspettare l’autunno. Solo a settembre, alla luce di quelle che saranno le proiezioni macroeconomiche e i dati sull’inflazione, sarà possibile secondo Christine Lagarde intervenire di nuovo.
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La Bce taglia i tassi di 25 punti